Le Società scientifiche dei medievisti (SISMED), dei modernisti (SISEM), dei contemporaneisti (SISSCO), delle storiche (SIS), degli internazionalisti (SISI) e la Consulta per la storia greca e romana (CUSGR) esprimono la più viva preoccupazione per le nuove disposizioni per l’accreditamento dei dottorati e sui dottorati innovativi.
In Italia il numero dei laureati e dei dottori di ricerca è nettamente inferiore che negli altri Paesi ad economia avanzata. Nella società dell’informazione e della conoscenza il segmento formativo del dottorato è determinante per reggere il passo nella ricerca scientifica e tecnologica, e per rafforzare il ruolo-cardine svolto dalla cultura. Nel nostro Paese, nell’ultimo decennio, si è scelto invece di disinvestire dall’Università, riducendo i posti di dottorato del 44,5% e concentrandogli in poche sedi: 10 Atenei garantiscono il 42% dell’offerta dottorale (fonte: rapporto 2016 ADI). In un Paese come l’Italia, il cui patrimonio storico e culturale è unico al mondo e disseminato ovunque, si tratta di scelte che penalizzano particolarmente i settori umanistici.
Le recenti linee-guida modificano sensibilmente criteri valutativi che dovrebbero essere resi noti con largo anticipo, in modo da orientare le scelte su base pluriennale, e accentuano pericolosamente tale tendenza. In particolare:
1) Inaspriscono i criteri di valutazione e selezione dei collegi docenti, applicando griglie valutative concepite per altro scopo, con l’effetto di pregiudicare lo svolgimento dell’attività didattica dottorale.
2) Assegnano un carattere improprio alle cosiddette “riviste di fascia A”, limitando la tradizione scientifica dell’ambito storico e umanistico.
3) Introducono criteri contraddittori per l’individuazione dei “dottorati innovativi”, ai quali saranno tuttavia destinate risorse ingenti.
4) Prefigurano il rischio che l’eccessivo peso dato a indicatori quantitativi renda di fatto “bibliometrico” l’ambito della ricerca storica e umanistica in genere, che non può che essere valutata qualitativamente.
Le Società scientifiche dei medievisti (SISMED), dei modernisti (SISEM), dei contemporaneisti (SISSCO), delle storiche (SIS), degli internazionalisti (SISI) e la Consulta per la storia greca e romana (CUSGR hanno sempre sostenuto la necessità della valutazione della ricerca e chiedono al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e all’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca di aprire un serio e aperto confronto nazionale a riguardo. Il pericolo, già in atto, è di snaturare i metodi di organizzazione e disseminazione della ricerca e di limitare ulteriormente le possibilità per le future generazioni di studiosi e ricercatori storici.
prof. Fulvio Cammarano, Presidente della Società italiana per lo studio della storia contemporanea (SISSCo)
prof. Lucia Criscuolo, Consulta Universitaria per la Storia Greca e Romana (CUSGR)
prof. Simona Feci, Presidente della Società Italiana delle Storiche (SIS)
prof. Stefano Gasparri, Presidente della Società Italiana degli Storici Medievisti (SISMed)
prof. Luigi Mascilli Migliorini, Presidente della Società Italiana per la Storia dell’Età Moderna
prof. Leopoldo Nuti, Presidente della Società Italiana di Storia Internazionale (SISI)