Care tutte, cari tutti,
questa è la prima assemblea della mia presidenza e per i motivi a tutti purtroppo noti si tiene su piattaforma.
Speriamo di essere alla fine di questo drammatico percorso e che nell’aprile del 2022 – come mi ha anticipato Maria Teresa Guerrini, che molto ringrazio per la gentilezza e la disponibilità dimostrate – ci si possa finalmente rivedere in presenza, ossia tornando a Bologna, dove si sarebbe dovuta tenere l’assemblea dello scorso anno.
Faccio in questo caso di necessità virtù e anticipo la mia relazione, che verrà allegata al verbale della nostra assemblea. Ma mi atterrò d’ora in poi a questa pratica, che consente di giungere a tutti noi più pronti per discutere le linee generali della vita societaria. Auspico infatti che la nostra assemblea sia un momento di confronto, dove vengano definiti gli indirizzi che noi tutti, collegialmente, in questa sede, intendiamo dare all’attività della Sisem.
Sono stato eletto su un programma, che ho a suo tempo cercato di dettagliare, al quale intendo attenermi, sempre che dall’assemblea non giungano nel frattempo segnali diversi. Questo per me significa tenere fermo sul profilo scientifico della società, senza dimenticare, tuttavia, l’esistenza di una dimensione corporata, che è propria della storia moderna come di ogni altra disciplina accademica: le due cose vanno in qualche modo di pari passo, perché non si dà crescita scientifica senza una parallela maggiore presenza della storia moderna nel contesto universitario.
I due aspetti, insisto, si devono intersecare nella vita accademica, dove non mi stancherò mai di ricordare come noi tutti si debba fare la nostra parte nelle rispettive governance d’ateneo, perché la disciplina sia valorizzata come merita e come solo la presenza di modernisti nelle competenti sedi amministrative può consentire. Ma sempre a mio avviso i due aspetti debbono restare distinti all’interno della Sisem, che è chiamata a individuare e interpretare le prospettive culturali della storia moderna, a salvaguardarne le peculiarità anche attraverso una difesa del suo profilo nel quadro degli ordinamenti universitari, ma soprattutto a dare visibilità all’impegno storiografico delle differenti generazioni.
Ciò significa richiamare continuamente – e consolidare nella pratica – i caratteri identitari e gli obiettivi della nostra società, così come formulati con chiarezza nello statuto: dunque, maggiore presenza di modernisti nella vita accademica, ma, al tempo stesso, autonomia e distinzione della natura e degli obiettivi della Sisem rispetto al mondo universitario.
A mo’ di piccolo segnale di come, personalmente, intendo distinguere le cose, dichiaro qui di non avere prodotto domanda per l’ASN e che mi asterrò dalla partecipazione a procedure valutative nel corso del mio intero mandato.
Sarò invece presente in tutte le sedi pubbliche e private dove si affrontano questioni inerenti la storia moderna e le discipline storiche più in generale, a cominciare dal Coordinamento delle società storiche, organismo al quale molti di noi guardano con interesse e fiducia e sul quale dirò qualcosa di qui a breve.
Per il momento, come rassegna dei temi affrontati in questi primi mesi, desidero in primo luogo molto ringraziare per le oltre 40 iscrizioni seguite alla mia elezione: in molti casi si tratta di un graditissimo ritorno al quale dobbiamo tutti guardare con grande simpatia e pari soddisfazione: e consentitemi a tal proposito di fare almeno un nome, quello di Giovanni Muto, già presidente della Sisem.
L’elenco che vi proporrà Luca Lo Basso, segretario Sisem, è rivelatore di come siano molteplici le generazioni che per l’occasione hanno fatto ingresso nella società o si sono decise a tornarvi. Si tratta di un segno di attenzione nei confronti della società e di questa presidenza che reputo molto importante e al tempo stesso fortemente impegnativo. Sono molto grato ai nuovi iscritti, perché il ritorno di grandi competenze assicura un ancor più pronunciato spessore alla nostra identità scientifica e consente di guardare con rinnovata fiducia al futuro, inteso come trasmissione di saperi e metodi da una generazione all’altra. Questo, d’altronde, è un obiettivo dichiarato della mia presidenza: consolidare e valorizzare il carattere plurigenerazionale della nostra società.
Un altro punto sul quale, nei primi mesi della mia presidenza, si è arrivati a qualche risultato riguarda il sito della società. All’indomani della mia elezione, quanti avevano meritoriamente approntato il sito lasisem hanno preferito rinunciare a proseguire la loro esperienza, ma a fronte di questo passo indietro – dettato dal fatto che l’impegno su base volontaristica è sempre gravoso e lo è tanto più per chi deve nel frattempo costruire il proprio profilo di studio – siamo riusciti a ricomporre in tempi brevi una squadra completamente nuova, coordinata operativamente da Nicola Cusumano, al quale credo debba andare il nostro ringraziamento per avere avviato, assieme alla nuova équipe, anche un’opera di ridefinizione del sito, i cui primi frutti verranno di qui a breve evidenziati da Fabrizio D’Avenia.
Ma soprattutto saluto con grande simpatia e ringrazio per la generosa disponibilità dimostrata i responsabili del sito stmoderna, che molti di voi ricorderanno essere stata la piattaforma che ha accompagnato la vita della società per molti anni. La circostanza che abbiano fatto rientro nella Sisem – e che dunque il sito stmoderna pur essendo di natura privata e quindi non riconducibile giuridicamente alla società sia interamente gestito da componenti della stessa – apre grandi possibilità di valorizzazione della disciplina alla quale non possiamo che guardare con grande soddisfazione.
Pensavo (e ho scritto), al tempo della mia candidatura, che un solo sito fosse un obiettivo da presto raggiungere: ora non so se questa soluzione – alla quale solo i diretti interessati, liberamente, potrebbero eventualmente addivenire – sia poi la migliore. Disponiamo, infatti, da questo momento, di un sito ufficiale, lasisem, dalle piccole dimensioni, che si può configurare come un agile strumento di informazione sulla vita della società, ma anche di altro, dalle ben più ampie potenzialità informatiche, che può costituire la piattaforma per una valorizzazione della disciplina su più larga scala ancora. Insomma, per il momento abbiamo rafforzato – e di molto – le nostre potenzialità informatiche e mi auguro che i due siti, disposti come sono a collaborare e a intrecciarsi fra sé nei termini e nei modi che liberamente vorranno definire, consentano alla società di assumere un ruolo molto significativo nella promozione culturale e scientifica non solo della storia moderna, ma delle discipline storiche più in generale. Sono inoltre lieto che anche altri giovani – socie e soci di recente arrivo – abbiano deciso di fare ingresso nella redazione di stmoderna per consentire al sito di continuare in modo più spedito ancora la propria navigazione.
Di questo rinnovato interesse alla vita della società – che si traduce in un impegno diretto dei singoli a favore della Sisem – costituisce poi testimonianza la nuova composizione delle commissioni, già costituite al tempo del mio insediamento, ma oggi molto più numerose – e credo vivaci – proprio grazie alla disponibilità di molti di noi a farne parte. Ascolterete dai loro coordinatori – scelti nel Direttivo quale naturale trait-d’union di questo con quelle – le proposte delle commissioni, perché, come è noto, all’assemblea spetta l’indicazione, nonché la discussione e la definizione di massima delle modalità e dei contenuti degli incontri di studio.
Sono proposte che originano dal medesimo metodo di lavoro – ripeto: dal basso verso l’alto, volto a favorire il diretto intervento dei singoli nella vita della società – al quale nella mia ormai lunga vita amministrativa ho sempre cercato di informarmi. Molto credo infatti in un governo della nostra società che promuova la discussione, ascolti le opinioni degli afferenti, incoraggi l’impegno dei singoli, i quali – tramite proposte e suggerimenti rispettosi dello statuto e della compatibilità finanziaria – possono determinare una autentica crescita della società.
Altre iniziative, in questi mesi, non sono invece andate a buon fine: non è stata accolta la richiesta di istituire una commissione che si proponesse di interagire con gli enti locali per intercettare possibili finanziamenti spesso elargiti invece a soggetti dal dubbio profilo scientifico, non si è ritenuto di procedere all’istituzione di un premio della società ad una tesi di dottorato, non c’è accordo sulle modalità di procedere alla revisione dello statuto.
Su quest’ultimo tema desidero brevemente sostare: lo statuto è chiaro sull’identità e sugli obiettivi della società, ma appare contraddittorio sulla sua governance, perché non definisce compiutamente le prerogative dei tre organi della società, ossia il presidente, il direttivo e l’assemblea. Un solo esempio, per non troppo tediare: nello stesso art. 18 dapprima si si dice che “Il Consiglio direttivo è investito dei più ampi poteri per la gestione ordinaria e straordinaria dell’associazione, senza limitazioni”, ma subito dopo si precisa che il direttivo “provvede alla gestione ordinaria e straordinaria dell’associazione in esecuzione delle direttive dell’assemblea”. È chiaro che le interpretazioni di questo articolo possono essere diverse, se non contrapposte: una revisione dello statuto che faccia equilibrio tra le funzioni degli organi, ridefinendone compiti e competenze e introduca inoltre altri sistemi di voto rispetto a quelli che non pochi problemi hanno di recente generato, sembra – almeno a chi scrive – operazione necessaria. Su come arrivarvi, una volta di più la parola va all’assemblea.
Ancora qualche breve considerazione laddove ho preso avvio, e segnatamente sulla presenza della Sisem in seno al Coordinamento: trovo importante la nostra presenza nell’organismo, ma desidero sottolineare che vi si deve intervenire con modalità precise, rinunciando alle dichiarazioni di principio destinate a restare nel recinto delle buone intenzioni. Ogni nostra iniziativa presso il coordinamento – che affronti il tema delle biblioteche e degli archivi, della didattica, della professionalizzazione della figura dello storico, tutti argomenti su cui avremo modo di sentire gli interventi in programma – deve a mio avviso essere già strutturata, prevedere da parte nostra concrete modalità di sviluppo perché possa trovare un significativo seguito nel Coordinamento.
Confido quindi che le commissioni oppure i singoli soci vogliano proporre al direttivo non semplici petizioni o dichiarazioni di principio, bensì articolate proposte da sviluppare lungo una traccia largamente definita chiedendo in proposito il concorso e il sostegno del Coordinamento. È un procedimento inverso, ma complementare a quello che Lavinia Pinzarrone e Andrea Zannini svilupperanno all’interno della nuova commissione ministeriale per la conoscenza e lo studio della storia nella scuola, della cui presenza siamo lieti perché consente alla Sisem di disporre di un’ulteriore visibilità destinata a tradursi in una pari capacità di iniziativa.
Concludo sul tema che più mi sta a cuore: tornare a organizzare come Sisem incontri di studio, perché questo è il primo compito della società. A dicembre, mi piacerebbe si ripartisse con un incontro a Milano, in presenza e solo in presenza, che sia di carattere storiografico sui destini della storia moderna nelle sue tradizionali articolazioni così come nei suoi più recenti indirizzi: costruito con la formula di un relatore accompagnato da due discussant, queste giornate (penso a due), dedicate ai dottorandi, vorrebbero fare il punto sullo stato dell’arte nella disciplina e costituire un punto di riferimento per quanti, non solo tra i più giovani, fossero interessati a seguire l’incontro. Sulla cosa sarò più preciso a breve, anche perché sarebbe utile che la proposta presa in esame dal direttivo fosse poi portata all’attenzione di tutti per i suggerimenti che non mancherebbero. Anticipo, per non creare fraintendimenti, quanto illustrerà poi il tesoriere, e cioè che le spese sarebbero sostenute dal dottorato del Dipartimento di studi storici dell’Università di Milano.
Ma più in generale – e questo è il mio augurio personale – sarebbe importante che la Sisem tornasse a direttamente organizzare (che è cosa diversa dalla concessione di patrocini) molteplici incontri di studio, ossia iniziative anche piccole che riflettano le tante linee di indirizzo culturale della nostra società. Tutto questo non è impossibile fare da un punto di vista finanziario, perché la lunga, drammatica sosta – come illustrerà di qui a breve il tesoriere Giorgio Caravale – consente di disporre di una somma non del tutto irrisoria che dobbiamo a mio avviso spendere, ovviamente bene, ma comunque spendere, perché non è tempo di economie, bensì di un forte impegno nel rilancio della disciplina.
Anche su questo – come su tutti gli interventi a cura dei singoli componenti del direttivo che seguiranno – l’assemblea è chiamata ad esprimersi.Sono certo che dal dibattito usciremo più forti e coesi, perché – nonostante le differenze dei tempi recenti – i motivi che ci uniscono sono di gran lunga superiori a quelli che ci dividono.
A tutte e tutti, in un momento così difficile per la nostra collettività, i migliori auguri di una buona Pasqua e di un futuro, speriamo non troppo lontano, improntato alla scordata normalità di un tempo.
Antonio De Francesco