Cnr Edizioni
2021
1012 pp.
Nei primi anni di regno di Carlo di Borbone e di ritrovata indipendenza del Regno di Napoli, alcuni fenomeni concomitanti attraversano la sfera intellettuale, istituzionale e politica della monarchia napoletana, come di altri governi europei: l’individuazione del commercio come ambito strategico per l’edificazione della nazione e per la sua collocazione internazionale, ma anche come luogo di espressione legittima dell’interesse privato, sia pure da conciliare con l’interesse pubblico; l’affermazione della potestà sovrana sul pluralismo delle giurisdizioni di antico regime; il coinvolgimento di saperi tecnici differenti da quello giuridico-amministrativo nel processo di elaborazione della decisione politica. Vecchie e nuove istituzioni sono chiamate alla costruzione normativa di un universo ordinato alla produzione di ricchezza. È un percorso non lineare, e dall’esito tutt’altro che scontato.
In questo volume, le ansiose, variegate, contraddittorie “sperimentazioni del potere” che il governo borbonico realizza sul terreno della regolazione del commercio sono osservate, e offerte all’analisi storica, attraverso la lente documentale della consulta, parere richiesto dal sovrano a soggetti reputati competenti in vista della produzione di norme di ogni livello. I 330 testi proposti, quasi tutti inediti, includono anche rappresentanze presentate di propria iniziativa al sovrano da soggetti istituzionali, progetti di buon governo proposti da individui esterni o periferici all’amministrazione, corrispondenze consolari, suppliche e altre forme ancora di comunicazione di fatti e pareri volti a orientare la decisione politica. Uno straordinario spaccato delle condizioni dell’economia napoletana, dei temi sul tappeto, dei linguaggi, dei protagonisti del primo riformismo borbonico.