2022
Morcelliana
pp. 256
Nello Stato Pontificio la schiavitù fu non solo tollerata ma eb- be una lunga vita, almeno fino alla metà dell’Ottocento. Que- sto volume esplora la vicenda dei musulmani a Roma, poco analizzata a livello storiografico, delineando un nuovo approc- cio alla storia delle relazioni tra cristiani e islamici nella città alla luce della sua fisionomia plurietnica e multiculturale, che ne fa un autentico laboratorio europeo di gestione della diver- sità culturale e religiosa. Fondamentale in questa operazione è una fonte inedita: un piccolo quadernetto, il Libro dei turchi (riportato integralmente e commentato in appendice da Micol Ferrara), che annota gli arrivi presso la Casa dei catecumeni degli schiavi che intendevano convertirsi proprio nell’Urbe, probabilmente con la speranza, vana, di essere liberati. Emer- gono persone reali, vite che sarebbero restate ignote, voci che raccontano di sé: le peregrinazioni per tutta Europa, e perfino nel Nuovo Mondo o in Oriente, la fatica quotidiana (al remo nelle galere di Civitavecchia, la milizia a Castel S. Angelo o il servizio nelle case private), la costruzione di nuove identità dopo il battesimo. Restituire alla contemporaneità le loro sto- rie rimosse e sepolte nel passato più lontano offre anche l’oc- casione per mettere in discussione l’idea che gli italiani siano, e siano sempre stati, europei, cattolici e bianchi: la popolazio- ne è il risultato dei costanti mescolamenti etnici avvenuti nel corso dei secoli, e che continuano anche oggi.