L. Scalisi, F. Failla (a cura di), Tracce d’Oriente. Gesuiti siciliani nella Cina del Celeste Impero

Domenico Sanfilippo Editore

2022

pp. 264

La Sicilia parla ancora oggi della Compagnia di Gesù. Lo fa con le sue chiese monumentali e con i suoi collegi, scrigni di arte barocca e, insieme, imperiture testimonianze della devozione che legò le sue classi dirigenti ai confratelli di Ignazio de Loyola. Una devozione che fu religiosa, politica, ma anche curiosa per quei mondi lontani verso cui i gesuiti partirono per convertire senta timore del martirio. Accadde così che già dalla seconda metà del Cinquecento, “Tracce d’Oriente” furono presenti negli inventari della grande nobiltà, nelle raccolte documentarie, nelle note d’archivio: oggetti, disegni, materiali provenienti dalle Indie e, soprattutto,  da Cina e Giappone.
Di quegli oggetti ma, soprattutto, di quel tempo di arrivi e di partenze, di entusiasmo e di passione, parlano le tante storie e i tanti destini intrecciati di questo volume, attraverso i saggi che lo compongono, per riportare alla luce le grandi questioni politiche, religiose, diplomatiche e culturali di quei secoli. Storie di una “generazione di giganti” destinati a ricoprire ruoli e incarichi di primo piano nell’azione evangelizzatrice della Chiesa e nello scambio culturale tra Oriente e Occidente. Storie dei valori decisivi nella creazione dei legami tra due mondi lontani, tra un’isola del Mediterraneo che i giovani gesuiti portarono con sé nei loro viaggi d’Oltreoceano e che quei popoli impararono a conoscere.