Franco Angeli
Milano
2024
pp. 172
Il 12 giugno 1798 il generale Bonaparte entrò nel Porto Grande della Valletta quasi senza colpo
ferire. L’isola baluardo della cristianità gli era stata consegnata la notte precedente, segnando la fine
della sovranità sull’arcipelago maltese dei cavalieri dell’Ordine di San Giovanni. Vi regnavano dal
1530 grazie alla donazione di Carlo V e nel corso dell’età moderna lo avevano modellato a immagine
delle più raffinate avanguardie artistiche dell’epoca. Su poco più di 300 chilometri quadrati per quasi
tre secoli era transitata, e in parte aveva trovato dimora, la migliore nobiltà europea, dando vita a
una vera e propria “civiltà giovannita” che interpretava la missione religiosa del fondatore, tuitio
fidei et obsequium pauperum. Ma quel distillato di antico regime, insieme all’idea di crociata contro
l’infedele, non sopravvisse alla nuova situazione geopolitica e alla modernità. Attraverso il vaglio
della più recente storiografia italiana e internazionale e lo studio di una documentazione in parte
inedita, il volume analizza le molteplici cause che hanno portato alla consegna di Malta alla
Repubblica francese e rivolge anche a un pubblico di non specialisti una ricognizione sintetica, ma
criticamente orientata, della storia giovannita al suo crepuscolo.