Marsilio
2021
224 pp.
Anche la libertà dei sensi, celebrata da Giacomo Casanova nell’ultima Venezia, ha una storia che va oltre la narrazione compiaciuta del carnevale, delle maschere, delle cortigiane e dei cicisbei. Immagine simbolo di un secolo, l’indebita ricerca di un piacere deviante dai confini procreativi e coniugali portava con sé il pericolo reale, antisociale, di un modo di vivere e di pensare in contrasto con i fondamenti morali dell’antico regime. Quando nel 1789 a candidarsi a ultimo doge della Serenissima fu Alvise v Sebastiano Mocenigo (1726-1795), un uomo tacciato di vivere apertamente una simile libertà, le reazioni dei più conservatori non si fecero attendere. Attraverso i dispacci delle corti europee, i pamphlet e i processi che il patrizio veneziano dovette subire, questo libro ricostruisce per la prima volta per intero la sua vita: dalle prestigiose ambasciate ricoperte a Madrid e a Parigi al disonore della condanna per sodomia che lo avrebbe portato a essere ricordato come un “doge infame”.