Care tutte e cari tutti,
grazie per la vostra partecipazione a questa assemblea, ben al di là delle previsioni.
Siamo a Palazzo Ingrassia, giusto accanto al Monastero dei Benedettini, per me luoghi magici, perché qui – nel lontanissimo 1989 – ho mosso i miei primi passi nella carriera universitaria. Per questo motivo, ho subito accolto con entusiasmo la proposta di svolgere in questa sede la nostra assemblea per il ventennale della società e desidero subito ringraziare le amiche e gli amici di Catania che la hanno resa possibile, un’assemblea che – desidero davvero sottolinearlo – si è svolta (e continuerà a svolgersi) all’insegna di una accoglienza di straordinaria simpatia e di pari generosità.
Grazie davvero a Lina Scalisi, autentica domina della riuscita di questo incontro, che nulla ha risparmiato, neppure sotto il profilo dell’impegno finanziario, perché queste giornate fossero di successo; e grazie a quanti hanno collaborato con lei e ne hanno puntualmente seguito indicazioni e scelte, tra cui Cinzia Recca, che a sua volta nulla ha risparmiato perché l’incontro riuscisse anche sotto il profilo organizzativo e a tal proposito ha pure coinvolto un gruppo di studentesse e studenti, cui pure va il nostro sentito ringraziamento.
Davvero grazie, Lina, per l’ottimo lavoro svolto, che lascia il segno sotto il profilo scientifico nel ricordo della figura di Giuseppe Giarrizzo, modernista di vaglia, ma – come abbiamo avuto modo di ricordare ieri – anche molto altro. Su questo punto mi riprometto di brevemente tornare, in conclusione.
Qui desidero soltanto dare qualche nota generale sullo stato di salute della società, perché saranno i componenti del Direttivo a entrare nel dettaglio del lavoro svolto mediante il coordinamento dei singoli gruppi di lavoro. Parto dal dato delle iscrizioni: la società è molto cresciuta, perché attualmente siamo ben oltre i 450 iscritti, raccogliamo l’adesione di quasi tutti i docenti universitari che – indipendentemente dal GSD – si interessano all’età moderna e abbiamo una forte componente di giovani assegnisti e dottorandi. Siamo purtroppo più deboli tra quanti insegnano nelle scuole superiori e tra quanti operano nel mondo degli istituti culturali e il dato fa problema, perché sul terreno dell’istruzione secondaria rischiamo di non disporre delle forze per condurre un’azione di rilancio dell’insegnamento della disciplina di cui – inutile sottolinearlo – si avrebbe un gran bisogno, mentre sul terreno della presenza negli istituti di ricerca (in tempi di PNRR…) sembriamo mancare di una possibilità concreta per dire la nostra in materia di valorizzazione delle fonti documentarie.
Giuseppe Patisso e Cinzia Cremonini diranno al riguardo qualcosa in più su entrambi i punti, mentre sul terreno della salute della disciplina in ambito universitario – sotto il profilo dei dottorati di ricerca e delle occasioni di bandi internazionali per le nuove generazioni in particolare – saranno rispettivamente Vincenzo Lavenia e Diego Carnevale a illustrare le risultanze dei gruppi di lavoro che hanno coordinato.
Tutti gli interventi dei componenti del Direttivo saranno di questo tenore: diranno i risultati, esporranno i problemi.
Veniamo alla questione finanziaria, che è buona – grazie all’aumento delle iscrizioni e alla regolarità nel versamento delle quote, di cui molto ringrazio – e ci consente di guardare con tranquillità ai tempi futuri. Il tesoriere Giorgio Caravale ricorderà tra l’altro come si sia introdotto il principio della compartecipazione assieme ad altri enti delle iniziative che promuoviamo e questo ci ha consentito di molto contrarre le spese degli interventi che pure abbiamo in programma e di cui di qui a breve verrà dato conto.
Il tema della compartecipazione vale ovviamente anche in senso inverso: siamo cioè ben disposti a farci carico di un impegno di spesa a vantaggio di iniziative che non siano ideate da noi, purché ci consentano di entrare in un circuito di diffusione della conoscenza storica nella quale riteniamo di avere qualcosa da dire. Maria Ciotti ci farà un significativo esempio a tal proposito e ci esporrà alcune linee di intervento al riguardo.
Insomma al bilancio facciamo attenzione, cercando di tenerlo sotto controllo, ma abbiamo la forza per lanciare qualche iniziativa che l’assemblea volesse suggerire e anche su questo si potrà discutere, qui come sulla m-l coordinata dal nostro segretario Luca Lo Basso – al quale chiedo di dire poi qualcosa al riguardo – oppure sul sito lasisem, che mi sembra in buona salute e svolgere una funzione informativa importante.
Nicola Cusumano ce ne illustrerà nel suo intervento le caratteristiche, ma ci dirà anche delle possibilità di cooperazione con quello di stmoderna, da poco tornato pienamente operativo e le cui potenzialità ci verranno illustrate da Federico Barbierato. Nulla aggiungo alla ovvia considerazione che disponiamo ormai di un potenziale comunicativo di tutto rispetto, che dobbiamo tentare di valorizzare al meglio. I due siti, assieme, ci offrono la possibilità di essere una società scientifica che sul terreno della comunicazione può divenire un soggetto forte, capace anche di tenere il passo con le nuove forme di comunicazione (e di diffusione) della conoscenza storica che la pandemia ha molto contribuito a valorizzare
Nei giorni scorsi il CUN ha licenziato le nuove declaratorie dei gruppi disciplinari, interamente recependo la proposta avanzata dalla Sisem di concerto con la le società dei medievisti e dei contemporaneisti, Sismed e Sissco. La disciplina ha un volto nuovo, in linea con gli orientamenti della ricerca, sui quali si è deciso di fare il punto – soprattutto con riferimento alle nuove leve – a cadenza biennale. Aurora Savelli – che purtroppo per un problema di voli potrà collegarsi solo a distanza – ci dirà come il gruppo di lavoro chiamato a organizzare la manifestazione Attraverso la storia abbia intenzione di muovere per l’edizione prevista per il prossimo anno.
Con Sismed e Sissco abbiamo avviato un rapporto di stretta collaborazione, che ci ha consentito, su iniziativa della Sisem, di coinvolgere altri soggetti e di portare l’attenzione su come archivi e biblioteche non siano mai usciti – quanto a condizioni di accesso e uso – dalla stagione della pandemia. Il recente incontro con il ministro Sangiuliano lascia intravvedere una possibilità di attenzione che non intendiamo lasciar cadere. Sul punto dobbiamo però insistere, prima che la situazione si stabilizzi in senso deleterio e quindi dobbiamo chiedere orari di apertura e modi di fruibilità del patrimonio che siano rispettosi dell’utenza.
Domani sarà il tempo delle premiazioni dei vincitori della prima edizione dei premi Stumpo e Fasano Guarini. Salvo Bottari – che ha coordinato la commissione e verrà confermato anche per il prossimo anno – ci dirà di come si pensa di dare visibilità alla prossima edizione. Anticipo che abbiamo convenuto di chiedere – come Sisem – la compartecipazione dei due atenei dove i nostri colleghi si sono illustrati. Starà poi alla loro sensibilità eventualmente accettare: noi, in ogni caso, proseguiremo con un impegno di spesa che è significativo, ma al quale, nel medio periodo, siamo certi di poter fare fronte.
Questo è quanto: prima di lasciare la parola al segretario, Luca Lo Basso, che coordinerà gli interventi dei componenti del Direttivo, permettetemi di ringraziarne loro, nonché le socie e i soci che hanno preso parte ai lavori delle commissioni. Credo che la formula sia giusta: il Direttivo, che ha lavorato bene al proprio interno (l’immagine data all’esterno spetta a voi valutare …), si è limitato a fare sintesi delle proposte che giungevano dai gruppi di lavoro oppure dalle socie e dai soci e a questa prospettiva continuerà ad uniformarsi nell’ultimo anno della mia presidenza.
Ieri sera il rettore dell’Università di Catania ha dato piena disponibilità alla proposta di Enrico Iachello di valorizzare il patrimonio documentario lasciato da Giuseppe Giarrizzo non ancora inventariato, mentre proprio le riflessioni attorno al modo di “ricostruire il passato sulla misura dei problemi e delle tensioni presenti” ci hanno suggerito di accelerare sul terreno della costruzione di un dottorato nazionale in storia, di cui spero ci sarà la possibilità di brevemente discutere.
Mi permetto però di chiudere dove ho iniziato: i Benedettini e Palazzo Ingrassia, Giuseppe Giarrizzo. Per ricordare a noi tutte e tutti – ma in particolar modo a quanti nel mondo accademico rivestono funzioni apicali – come essere ordinari della disciplina non sia un punto d’arrivo, bensì di partenza, perché a chi più in alto sta spetta la responsabilità di coniugare impegno accademico e impegno civile, a tutela, certo, della disciplina storica, ma perché questa sia componente importante di un progresso civile che sembra invece singhiozzare. In breve: non siamo una società corporativa.
Vorrei piuttosto che questo nostro incontro restituisse a noi tutti l’orgoglio di essere storici e la passione per un diretto e profondo impegno istituzionale nelle singole sedi dove operiamo, dal quale – ribadisco – passano le sorti non soltanto della disciplina, ma più in generale del nostro profilo civile.
Giuseppe Giarrizzo, che dalla Gran Bretagna tornò a Catania, dove ha restituito all’accademia e alla collettività l’immenso complesso architettonico che ieri ci ha ospitato e domani tornerà a farlo, senza dimenticare fino all’ultimo di studiare (e come ..), nulla risparmiando di un diretto impegno nella locale vita politica e civile, è stato per me, giovane associato appena giunto dall’altra parte d’Italia, un esempio a dir poco entusiasmante, al quale, nel mio piccolo, per quelle che erano le mie possibilità, ovunque io sia poi andato, ho sempre cercato di attenermi.
Mi auguro che queste giornate lascino in noi l’idea che essere storici, essere modernisti, sia soprattutto questo.
Grazie per l’attenzione
Antonio De Francesco
Catania, 14 aprile 2023