M. P. Zanoboni, La signora in abito da lutto. Rosa Novi imprenditrice e finanziatrice del Risorgimento nella Milano di metà Ottocento

Jouvence

Mimesis Edizioni

2024

La figura di Rosa Ceriani Novi (Como 1828/ Azzano di Mezzegra 1898) fino ad ora del tutto sconosciuta, è emersa recentemente da documentazione inedita come di eccezionale importanza per il Risorgimento milanese: finanziava infatti – fornendo denaro, armi e supporto logistico – tutti i principali patrioti presenti nel capoluogo lombardo (tra cui molti veneti e trentini). In amicizia con Garibaldi attraverso Ergisto Bezzi animatore della ribellione del Veneto e del Trentino, Rosa costituì un punto di aggregazione e di aiuto economico e logistico per i patrioti (soprattutto veneti e trentini) presenti a Milano: Filippo Tranquillini, Filippo Manci, Carlo Tivaroni, Vincenzo Brusco Onnis, Felice Cavallotti, Camillo Zancani, Arnaldo Fusinato, Vigilio Inama, Maurizio Quadrio, Giuseppe Marcora e altri. Sul suo nome i garibaldini mantennero il più stretto riserbo, per salvaguardarne la sicurezza, un riserbo tale da farne scomparire la memoria. Soltanto nel 2022 il ritrovamento, del tutto fortuito, di parte del suo carteggio l’ha fatta riemergere alla luce della storia. Imprenditrice nel ramo dei cappelli di paglia, delle seterie e dei giocattoli, vedova a 35 anni con quattro figli ancora in tenera età, Rosa Ceriani, moglie di Pasquale Novi (17 ottobre 1816 / 7 settembre 1863), continuò a gestire la fabbrica nel centro di Milano (in corrispondenza dell’attuale Galleria Vittorio Emanuele, poi in via Agnello 8), che il marito prima di morire le aveva intestato. Nel magazzino, nascoste tra i cappelli, le seterie e i giocattoli, c’erano le carabine e le sciabole con cui rifornire i garibaldini. Contabile, direttore e uomo di fiducia dell’azienda era l’animatore della liberazione del Veneto Ergisto Bezzi che vi lavorò ed abitò dal 1857 al 1873/74 (quando non era in prigione o in fuga inseguito dagli austriaci). Il Bezzi in casa Novi si sentiva così al sicuro che poteva ricevere importanti missive di Garibaldi da Caprera, e lettere di altri patrioti inneggianti alla rivolta del Veneto, missive che costituivano veri e propri manuali sui diversi tipi di insurrezione.Il Bezzi si fidava a tal punto di Rosa Novi, da mandarle un messaggio (scritto a matita su carta velina impalpabile) dal campo di battaglia (27 ottobre 1867), 2 giorni prima di essere ferito a Mentana, rivelandole la posizione di Garibaldi, pregandola di fare da tramite per le missive a lui destinate,  e svelandole che avrebbero attaccato Roma durante la notte. Le descriveva poi il disastro della situazione in cui si trovava. Di Rosa e Pasquale rimangono due splendidi ritratti in abito da lutto, risalenti al 1858, probabilmente attribuibili ad Hayez La loro figlia maggiore, Costanza Novi (1848/31 luglio 1915), sposò nel 1873 Angelo Salmoiraghi, anch’egli garibaldino e fondatore della celebre ditta di ottica. Quando, nel 1877, l’azienda del Salmoiraghi (la Filotecnica) era sull’orlo del fallimento, fu la fideiussione di Rosa a salvarne le sorti.

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